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Precisazioni su Auriti e l'inveramento(?) dell' avv. Marra

 

Marra2

Molti estimatori di Auriti ,iscritti al sito , associati della nostra Scuola, ci hanno chiesto di dare una risposta all'avv. Alfonso Luigi Marra in merito a quello che ha dichiarato durante l'intervista con Salvo Mandarà e a quello che ha pubblicato sul suo sito chiamando in causa la Scuola di Studi Giuridici e Monetari “ Giacinto Auriti “ e ponendo le sue critiche su Auriti stesso.
( intervista visionabile qui: http://salvo5puntozero.tv/intervista-con-alfonso-luigi-marra-banche-giustizia-euro-crimini-e-misfatti-25062015/ )

Non siamo soliti rispondere a tutto ciò che viene pubblicato in rete ma nel caso dell'avv. Marra ci siamo convinti nel fare un'eccezione perchè lui ha citato esplicitamente la nostra Scuola e tutto quello che viene scritto in rete resta per il futuro.

L'Avv. Marra, oltre che essere una persona preparata in termini legali, è anche un personaggio mediatico che si è ritagliato la sua notorietà internauta con messaggi “provocatori” per parlare del tema della truffa monetaria. Tutti ricorderanno le presentazioni dei suoi libri con i personaggi femminili legati al mondo di Lele Mora quali, Belen, Ruby, Sara Tommasi. Tutti ricorderanno la provocante posa della Tommasi davanti ad un bancomat in occasione di un convegno di Marra dove per la prima volta ci parlò del fatto che Auriti non aveva capito l'inveramento della moneta. A noi ovviamente non piacciono questo tipo di strategie di comunicazione , non c'è bisogno di attirare attenzione con il nudo femminile per parlare del tema monetario per il semplice fatto che ai padroni della moneta si risponde con argomentazioni giuridiche e non con glutei e seni. Anzi, per noi tale tipo di comunicazione non rende credibile la tematica. D'altronde, i banchieri appaiono seri perchè devono far credere di essere persone serie. 

Dopo questo preambolo veniamo al punto e poniamo all'attenzione dei nostri lettori delle precisazioni a ciò che scrive l'Avv. Marra sul documento in cui “ invita ad andare OLTRE Auriti” .
( documento leggibile qui: http://www.signoraggio.it/wp-content/uploads/2015/07/1390.pdf )

IN "GRIGIO" LE PAROLE DI MARRA ED IN "NERO" LE NOSTRE RISPOSTE

 

Marra: Faremmo ciò che il grande Giacinto Auriti non avrebbe mai voluto, cioè contribuiremmo a perpetuare il signoraggio, se la devozione a Lui ci precludesse di estendere la Sua analisi fino a temi che non contemplò, quali l’inveramento e quanto ad esso consegue.

La Scuola ha dei fini ben chiari, avendoli enunciati nei suoi statuti. Non facciamo devozione ma cultura e formazione. Auriti è il punto di partenza per poter capire e smontare sia la fallacità del sistema sia la trappola predisposta, anche in buona fede, da chi si erge a nuovo paladino contro il sistema con soluzioni basate su presupposti errati. Il signoraggio si perpetua se vi è cattiva informazione e/o deformazione concettuale dei termini del linguaggio, in un mondo in cui l'analfabetismo funzionale è dilagante. La “devozione” non è per il personagio Auriti, ma per la Sua scoperta, il VALORE INDOTTO DELLA MONETA: soltanto dopo l'attuazione della PROPRIETA' POPOLARE della MONETApotremo fare correzioni, sviluppi ulteriori, ecc. su temi che la Scuola al momento non affronta   Per quanto riguarda l'inveramento, di seguito dimostreremo che Auriti aveva già affrontato ciò che l'avv. Marra definisce una lacuna.

 

Marra: Fenomeni catastrofici tra cui l’inflazione, che è tutt’altro da ciò che si ritiene, perché è frutto della produzione del denaro ad opera di falsari.Se infatti i denari sono 100, ed un falsario (è un falsario chiunque produca denaro ma non sia lo Stato; quindi anche le banche) ne crea altri 100, quando li mette in circolazione (li spende), ruba metà della ricchezza ed, avendo portato a 200 il denaro, causa un’ ‘inflazione’ del 50%. Inflazione che non si verifica se è lo Stato a produrre il denaro ed a metterlo in circolazione spendendolo, perché in questo caso il corrispettivo della spendita va alla collettività, la quale vedrà coperto/inverato il denaro messo in circolazione dalla ricchezza che introita

Sulla definizione di inflazione, Auriti si era già espresso negli stessi termini. L'inflazione è un falso problema, creato proprio dalle banche che si arrogano il diritto di proprietà della moneta, mancando la legge che ne sancisce la proprietà. La storia dimostra che le più grandi manovre fiscali sono state fatte proprio nei periodi di ricchezza e la ricchezza era dovuta all'inflazione (aumento) della massa monetaria. Massa monetaria che i proprietari del denaro hanno chiesto indietro. I classici cicli di espansione e riduzione di massa monetaria e le più gravi crisi si sono avute quando i banchieri hanno deciso di ridurre l'inflazione. Il problema non è la banca che crea moneta ma il ruolo di proprietario della banca sulla moneta perchè, a differenza di qualsiasi falsario che stampando non presta, la banca stampando moneta la immette prestandola sin dall'origine e ne richiede la restituzione e/o smette di emetterla per non inflazionare il suo bene. Cosa che non fa il falsario, perchè il falsario ha tutta la convenienza a spendere la moneta che stampa per acquistare beni piuttosto che riprendersi la moneta falsa che ha stampato. Nel caso del sistema bancario, quando le banche chiudono i rubinetti del credito (emissione monetaria), e chiedono unilateralmente il pagamento dei debiti per combattere l'inflazione, non fanno altro che causare crisi di liquidità e problemi di insolvenza dando seguito ad azioni coatte di esproprio dei valori creati proprio con l'inflazione (immissione) di denaro di LORO proprietà e sua circolazione.Se fosse lo Stato ad emettere moneta si avrebbe comunque un'inflazione monetaria che creerebbe valori reali, purchè tale emissione non avvenga a fronte di un prestito allo Stato, come avveniva anche con la Lira (se lo Stato fosse inteso come comunità proprietaria del bene collettivo che è la moneta ed ogni cittadino fosse proprietario della sua quota parte.). Su quest'ultimo aspetto l'avv. Marra concorda e quindi, implicitamente, notiamo una sua contraddizione. Oggi linflazione ha subìto un arresto (almeno così ci dicono) ma viviamo ugualmente una catastrofe economica e dunque sociale; il problema dellinflazione che pone Marra dunque, è solo una delle conseguenze del signoraggio e dellemissione della moneta a debito e per giunta gravata di interesse, non un problema in sé. Nel momento in cui la moneta viene restituita al proprietario, anche naturalmente a mezzo delle tasse, in misura superiore alla quantità di moneta che viene immessa nel sistema e riducendone il valore assoluto della base monetaria al di sotto della sommatoria dei beni e servizi scambiati annualmente, si manifesta la deflazione ( come sta avvenendo oggi). E' ovvio che la massa monetaria in circolazione debba essere rapportata ai fabbisogni dello Stato ed al PIL nazionale ma senza che lo Stato stesso si indebiti per ottenerla. Quindi per non subire artificiosi problemi di inflazione e deflazione, la moneta deve appartenere ai cittadini e la sua quantità deve essere equivalente ai valori che deve misurare.(1)  Come diceva Auriti enunciando la Legge della Rarità Monetaria.

 

Marra: Denaro che dunque si invera solo se introdotto dallo Stato, mentre resta falso se introdotto da singoli.

Finalmente riusciamo a comprendere cosa voglia dire l'Avv. Marra con “inveramento”. Ebbene, tale concetto fu già espresso da Auriti con il termine “ induzione giuridica”. L'induzione giuridica, o “inveramento” di Marra, non è altro che il “valore indotto della moneta” . Valore che risiede nella certezza della accettazione, da parte dei cittadini, del simbolo monetario che diviene un bene economico che l’autorità dello Stato riconosce, protegge e accetta in circolazione con la norma giuridica dandogli corso forzoso. Quindi il valore, come enunciò Auriti, non risiede nella materia della moneta ma nella fiducia della sua accettazione. Tale fiducia è basata sulla certezza del Diritto, ovvero sulla Legge che la istituisce; è lo Stato stesso infatti ad aver stabilito che la moneta a corso legale sia una moneta emessa a debito ed è lo stesso Stato che ha ratificato i trattati europei che hanno istituito l'Euro come moneta. Quindi la moneta oggi si “invera” comunque per legge, come diceva Auriti . Ha valore per legge. Sentiamo di poter affermare con certezza che in ciò che dice l’avv. Marra non si rinviene nulla di nuovo rispetto a quello che enunciò Auriti.  Quello che è oltremodo necessario comprendere è che la proprietà dello strumento monetario all'atto dell'emissione deve essere dei cittadini e che alcun interesse debba essere praticato e imposto in tale fase.

 

Marra: Definisco quindi inflazione il fenomeno che si verifica quando, avendo dei falsari introdotto del denaro spendendolo, abbiano così causato un aumento del denaro globale e della percentuale di ricchezza di loro proprietà, ed una corrispettiva diminuzione del potere di acquisto del denaro e della ricchezza di proprietà della collettività.

Come detto l'inflazione è un problema secondario. Le banche non rappresentano dei falsari veri e propri anche se giuridicamente agiscono come tali appropriandosi indebitamente della moneta prestandola in fase di emissione e richiedendola poi indietro. Un falsario propriamente detto non ha alcun interesse a richiedere indietro la propria moneta; le banche fanno ciò con lo scopo dichiarato della lotta all'inflazione, con lo scopo occulto di rarefare a piacimento la quantità di moneta agendo in aumento o in diminuzione sulla base monetaria e di incamerare, in fase di restituzione, il valore nominale della moneta emessa oltre agli interessi compiendo un duplice inganno. La banca possiede i mezzi per creare la moneta – tra laltro potrebbe agevolmente possederli anche lo Stato - e alla banca andrebbe corrisposto solo il compenso per il servizio di tipografia, rimanendo semplicemente assurdo pagarla come istituto di credito corrispondendo gli interessi sul valore nominale creato oltre che restituendo il valore nominale della moneta emessa e prestata. Sul punto Auriti è stato chiarissimo. Quindi non è letteralmente e giuridicamente corretto dire che i banchieri sono falsari in quanto la legge garantisce loro tale ruolo anche se, ripetiamo, è un ruolo usurpato potendo essi emettere la moneta in luogo dello Stato che, invece, lo farebbe in nome e per conto dei cittadini. Tornando all'immissione di denaro che aumenta la ricchezza dei banchieri creando inflazione, ribadiamo ancora una volta che l'aumento di massa circolante crea ricchezza in chi la scambia e dove c'è ricchezza c'è aumento di prezzi. Ma queste sono regole naturali del mercato di cui innumerevoli studiosi hanno trattato da secoli. Il problema è che il Sistema Europeo delle banche Centrali ( SEBC ) vuol controllare i prezzi artificialmente con la Legge. Tale sistema non funziona perchè è innaturale rispetto alle leggi di mercato e qui crediamo che l'avv. Marra sia d'accordo. Quindi c'è bisogno di una modifica dei Trattati , al contrario di quanto afferma Marra.

Marra: Per eliminare il signoraggio non basta però che le banche centrali siano pubbliche; occorre anche impedire il predetto falso in bilancio.

Per eliminare il signoraggio occorre che la moneta sia di proprietà del portatore nel momento della sua emissione . La questione non verte sul problema se la banca centrale debba essere pubblica o privata perchè il suo ruolo sarebbe solo quello di tipografo (anche nella concezione moderna del termine considerato che oggi la moneta si crea elettronicamente) e verrebbe pagata solo per il suo servizio come si paga una qualunque tipografia. Certo, sarebbe auspicabile che un istituto così importante fosse pubblico e sottoposto a tutti i necessari controlli statali.

 

Marra: Se infatti abbiamo un’unità di ricchezza ciascuno e creiamo altrettante banconote da dividerci una a testa, non cambia nulla: rimaniamo proprietari di quell’unità di ricchezza; salvo che, grazie al denaro, potremo usarla meglio.

Auriti, infatti, diceva che la quantità di moneta doveva essere commisurata alla quantità di beni e servizi e di proprietà del portatore. In tale affermazione, Marra aderisce in pieno a quanto studiato, sintetizzato e chiaramente esposto dal prof. Auriti non introducendo alcuna novità

Marra: Intendo dire che se il denaro è creato per essere il corrispettivo simbolico della ricchezza, non può che essere contabilizzato all’attivo.
Iscriverlo quindi al passivo, come fosse qualcosa delle banche e di diverso dalla ricchezza per simbolizzare la quale viene messo in circolazione mediante la spendita, è solo un modo per rubarlo.

Su queste considerazioni rispondiamo andando “oltre” Auriti, che era un grande giurista ma non un ragioniere. Infatti Auriti sinteticamente parlava della necessità di un ribaltamento contabile dei valori monetari emessi “dopo” ,e ribadiamo “dopo”, aver riconosciuto che la proprietà della moneta appartenga ai cittadini al momento della sua emissione.

Attualmente la metodologia contabile adottata dalle banche prevede che la moneta emessa sia iscritta nel Passivo dello Stato Patrimoniale della Banca Centrale mentre nell'Attivo si iscrivono i titoli di Stato che la Banca centrale detiene in corrispondenza dei valori monetari emessi. Il saldo tra Attivo e Passivo viene, in questo modo, bilanciato. Peccato che la moneta emessa sia prestata e pertanto troveremo nel Conto Economico della Banca Centrale, alla voce “Entrate”, l'ammontare degli interessi della moneta emessa.

Ma questa è pura Ragioneria e non giurisprudenza. Ragioneria che è soggetta, ovviamente, alle leggi sulla contabilità che tra l’altro, se sensatamente interpretate prevederebbero che la moneta emessa debba essere iscritta anche in Avere del Conto Economico , ma così facendo si scoprirebbe l’inganno.

Se la moneta fosse dichiarata per legge di proprietà dei cittadini ed emessa dallo Stato, non avremmo la voce “Interessi” nei Ricavi del Conto Economico. Quindi avremmo comunque l'iscrizione nella voce “Passivo” dello Stato Patrimoniale ( e nel Conto Economico) dei valori monetari emessi per il semplice fatto che tali valori “patrimoniali” sono in circolazione mentre nella voce “Attivo” avremmo tutti i valori che la moneta in circolazione serve a misurare, compresi anche i valori “demografici” ( come fece giustamente notare la dott.ssa Nicoletta Forcheri ) in quanto la popolazione è la ricchezza di un Paese non potendo esistere ricchezza in un Paese di morti ( parafrasando Ezra Pound ). Le regole di contabilità sono basate sulla partita doppia ed i valori riportati nello Stato Patrimoniale sono valori di PROPRIETA' di cui dispone l'azienda o comunque valori di cui è titolare [al momento] dell'evidenza contabile , come stabilisce l'art. 2424 del Codice Civile. Appare ovvio che la Banca Centrale, attualmente non sta commettendo nessun furto con questa contabilizzazione perchè considera la moneta un bene patrimoniale di "sua" proprietà. Ed ecco perchè Auriti pretendeva che la moneta fosse riconosciuta un bene economico con contenuto patrimoniale ad utilità ripetuta e di proprietà del portatore all'emissione, perchè dopo essere stata usata come mezzo di pagamento, o di estinzione di un debito, essa continua a circolare. Riconosciuta tale, per Legge, il suo trattamento contabile avverrebbe come avviene oggi ma non sarebbero previsti gli interessi ( il cui valore monetario non esiste fisicamente in circolazione e pertanto è impossibile ripagarli, come fa notare il prof. Padovani ) nella voce del Conto Economico.

Marra: Termine inveramento che, scrive Gianluca Monaco, presidente dell’associazione Studi Auritiani, sarebbe solo un mio neologismo, perché Auriti conosceva il fenomeno e lo descriveva come «Il momento edonistico del valore, ossia quella fase di tempo in cui il soggetto riconosce il valore di un bene nel momento in cui gode del bene. In questo caso della previsione normativa, che non è altro che lo strumento del diritto com’è la moneta all’atto dell’emissione».Una definizione che, a prescindere da cosa significhi, non corrisponde a ciò che sostengo io.

Come scritto sopra, l'inveramento non è altro che il Valore Indotto della Moneta derivante da induzione giuridica, cioè dal diritto/dovere di accettare la moneta come strumento leggale per le compravendite oper le risoluzioni di situazioni debitorie. Quindi valore derivante dalla certezza dell'accettazione da parte del prossimo per il corso forzoso stabilito per legge.

Marra: Un quadro in cui, se una banca ‘presta’ dei soldi ad un cittadino, egli non glieli deve, sia perché la banca (falsaria) nulla gli ha dato, e sia perché il corrispettivo della spendita il cittadino lo riceverà dalla collettività, sicché è ad essa (allo Stato) che dovrà restituire i soldi.
Pertanto, per legittimare l’esigibilità dei crediti delle banche, occorre prima confiscarle e nazionalizzarle, essendo altrimenti i loro crediti inesigibili quali crediti di falsari e truffatori.

L'avv. Marra si riferisce alle banche commerciali dette anche istituiti di credito ma non è corretto dire che la banca non ha prestato “nulla”. A tal proposito rimandiamo i lettori al nostro articolo sulla falsa concezione di “valore nullo della moneta”. Le banche commerciali prestano moneta che assume valore “creditizio” nel momento in cui un soggetto richiede un prestito e sottoscrive il relativo contratto di finanziamento accettando tale moneta per il soddisfacimento dei propri bisogni nella certezza che i propri fornitori la accettino in quanto mezzo di pagamento riconosciuto per legge. Torniamo quindi al valore per induzione giuridica. Ci risulta alquanto illogico, nel ragionamento di Marra, dire che la banca presta moneta “falsa” ad un cittadino che chiedo un prestito e poi dice che il cittadino deve restituire questa moneta falsa allo Stato e non alla banca. Ma se la moneta è falsa non la si chiede ab origine in prestito. Poi per Marra il denaro “falso” emesso dalla banca commerciale diviene veritiero a posteriori e quindi se prima non era dovuto indietro alla banca perchè "falso" poi diventa denaro "vero" da restituire allo Stato ? Facciamo notare ai lettori che le banche sono autorizzate per legge a creare moneta con le aperture di credito e le stesse banche restituiscono denaro “legale” allo Stato come imposte sui loro utili da interessi e la moneta bancaria ( privata ) è moneta legiferata ed autorizzata dalle Leggi di Stato ( purtroppo )

 

Marra: Signoraggio primario a cui si aggiunge il secondario, con cui le banche di credito attraverso il ‘moltiplicatore monetario’, secondo prassi che una prona e scellerata dottrina di regime dà per scontate, ma sono il massimo della criminalità, realizzano prestiti per un ammontare 50 volte maggiore del denaro che detengono.In sostanza, se Tizio versa su una banca 100.000 euro, essa tratterrà il 2% circa (conta il concetto) come riserva, e presterà il 98% che, una volta depositato in un’altra banca, sarà prestato, a cascata, al 98% .Finché la cosca bancaria, attraverso prestiti ogni volta minori del 2%, azzererà i 100.000 euro ma farà prestiti per 5.000.000 su cui lucrerà interessi anch’essi cinquantuplicati, anziché il solo compenso per il servizio.Interessi che devono andare ai proprietari dei soldi, e allo Stato per i prestiti frutto della cinquantuplicazione, mentre ora costituiscono una creazione di denaro a vantaggio delle banche che consegue ad ogni ‘versamento’ o pagamento con assegni, carte di credito, bonifici ecc.Signoraggio secondario i cui proventi non vanno nemmeno essi agli azionisti, ma vengono di nuovo sottratti dalla cupola attraverso complessi falsi in bilancio e trucchi il cui effettivo accertamento richiede che una magistratura specializzata entri finalmente con i suoi poteri nel profondo del sistema, anziché coprirlo.Denaro falso che provoca una continua inflazione resa invisibile dalla parallela diminuzione dei costi produttivi e commerciali.Ciò mentre il fisco rastrella denaro inverato che usa per la più parte per ‘comprare’ il denaro da inverare o per pagare gli interessi sul debito.Tributi che, quando lo Stato il denaro lo creerà da sé, si potranno ridurre ad un’unica imposta (i costi della fruizione delle cose vanno posto in una qualche misura a carico di chi se ne giova), che potremmo definire la ‘generale’. (2)

Sul signoraggio primario e secondario Marra conferma ciò che diceva Auriti, quindi nulla di nuovo. Anche con riguardo alla riserva frazionaria non c’è nulla di nuovo rispetto ad Auriti o ad autori precedenti e successivi ad Auriti. Sul “denaro falso” abbiamo già esposto quanto ritenuto necessario precedentemente.

Per quanto invece riguarda le riserve a garanzia dell’emissione di moneta, in questo sistema di moneta “fiduciaria” vorremmo sottolineare e ribadire ai lettori che la “riserva non serve”. O si accetta la moneta perchè ci si fida o non la si accetta e quindi non le si dà un valore. Ma il sistema bancario, per non correre alcun rischio di mancata accettazione della sua moneta, ha fatto in modo che la legge garantisse la sua validità e fosse l’unica moneta avente corso legale e forzoso nello Stato di riferimento. Torniamo quindi sempre al concetto di valore per induzione giuridica (o inveramento).

Con riguardo all’applicazione degli interessi in fase di "emissione" , Auriti (e molti altri prima di lui) hanno sempre detto che è una pratica che va considerata “usura” e che alle banche (centrali o commerciali che siano) vada pagato SOLO il corrispettivo del servizio – quindi niente restituzione del valore nominale della moneta emessa e niente interessi.

Il FISCO serve ai grandi usurai per ritirare  la moneta carica di potere di acquisto perespropriare i cittadini dei beni pubblici e privati oltre che per renderli dipendenti e schiavi di un debito inestinguibile. Con la Proprietà Popolare della Moneta i tributi sarebbero eliminati perchè lo Stato trattiene all'emissione ciò che gli occorre per le sue funzioni ed investimenti in opere.

Marra: Signoraggio da eliminare, senza bisogno di modifiche dei trattati: -a) perseguendo i crimini bancari, quali il descritto falso in bilancio; -b) confiscando penalmente le quote di proprietà privata della BI, e quindi anche quel 15% circa della BCE che è della BI, aprendo gli occhi del mondo; -c) pareggiando i tassi passivi e attivi affinché vadano ai proprietari dei soldi, e allo Stato quelli frutto del moltiplicatore.

Concludiamo mettendo in risalto il fatto che questa affermazione dimostra alcune lacune dell'avv. Marra che va in contraddizione perchè prima dice di voler eliminare il signoraggio ma poi dice che è lo Stato che deve fare signoraggio.

Per eliminare il signoraggio bisogna attribuire per legge ai cittadini la proprietà della moneta allatto della sua emissione, che lemissione non sia gravata di debito (interessi), e che non vi sia alcuna riserva a garanzia. Nella soluzione di Marra non si elimina il signoraggio perchè per farlo è necessaria la modifica dei trattati europei ( che lui ha dichiarato di non doversi modificare ) che attualmente stabiliscono che l'Euro è della BCE, stabiliscono che la Banca Centrale è autonoma ed indipendente, nonché inviolabile e ingiudicabile. Pur confiscando la Banca d'Italia, come dice Marra, il problema della proprietà dell'Euro non verrà risolto perchè non modifica il funzionamento del sistema monetario e soprattutto , ammette che ci sia comunque interesse all'emissione. Ed abbiamo dimostrato, grazie anche al professore Padovani, che l'ammontare dei soldi calcolati per gli interessi non esiste fisicamente in circolazione quindi sarebbero impossibili da ripagare anche se lo stato percepisse interessi per la proprietà totale della Banca d'Italia , ma non dell'Euro. Vi ricordiamo, inoltre, che nel 2004 la BCE rispose a Tremonti sulla stesura dell' Art. 19 comma 10 della L.262/2005. In tale risposta la BCE disse che non importava se la proprietà della Banca d'Italia fosse pubblica o privata in quanto la stessa doveva comunque utilizzare l'Euro e doveva essere autonoma ed indipendente dai governi per le sue scelte di politica monetaria , come sancito dai trattati europei. Riteniamo che la soluzione di Marra non vada “oltre” Auriti ma , piuttosto, non intacca il sistema bancario perchè non prevede che la proprietà della moneta, in questo caso Euro, venga riconosciuta di proprietà dei cittadini ( in questo caso europei ). Non basta nazionalizzare la Banca Centrale se la moneta continuerà ad appartenere ad una società privata di banchieri, come stabilito dai trattati che Marra non vuol modificare e vi invitiamo a conoscere i documenti della BCE e dei Trattati di Funzionamento dell' Unione Europea , lo Statuto del S.E.B.C. ed i protocolli di funzionamento della UE per farvi rendere conto che I TRATTATI VANNO ASSOLUTAMENTE MODIFICATI. Lo dovrebbe sapere anche l'Avv. Marra perchè sono proprio i Trattati a dare "inviolabilità ed ingiudiziabilità" alla BCE, quella che lui invita a denunciare alle Procure. 

 

Sperando di aver chiarito ,anche ai lettori e gli estimatori di Auriti dove si annidano le lacune ed i difetti semantici , vi invitiamo a diffondere questo articolo e a contattarci su Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. nel caso qualcosa non vi sia chiaro.

I corsi della Scuola serviranno proprio a non farvi cadere in queste trappole mentali e letterali.


Comitato Scientifico della
Scuola di Studi Giuridici e Monetari
" Giacinto Auriti "

(1)

L'esempio di Marra della banca che ruba ricchezza in misura proporzionata a quella del denaro che crea, è completamente sballata, sia circa i fattori e meccanismi dell’inflazione, sia l’aspetto aritmetico dell’esempio. Infatti, in un paese la cui circolazione monetaria ammonti a 100 talenti e la ricchezza iniziale sia rappresentata da 100 automobili, pur ipotizzando – per dare retta a Marra - che l’utilizzo del capitale prestato dalla banca non abbia prodotto nuova ricchezza (neppure una nuova automobile), avremmo questa situazione giuridico-contabile: la banca è all’inizio creditrice di 110 talenti (di cui 100 in quota capitale e 10 in quota interessi); successivamente le viene restituito il prestito di 100 talenti; il paese resta debitore di 10 talenti che può dare alla banca sia sotto forma di automobili (n. 10 automobili, cadauna del valore/prezzo di 1 talento, giacché il circolante è tornato a 100 talenti) sia sotto forma di denaro (la circolazione monetaria totale si ridurrebbe a 90 talenti) Nel primo caso la banca si approprierebbe del 10%, e non del 50% delle ricchezze (le automobili), e non vi sarebbe inflazione perché il rapporto tra ricchezza (100 automobili, delle quali ora 10 di proprietà delle banche) e talenti (100) resterebbe immutato; nel secondo caso la situazione sarebbe ben diversa, perché si avrebbe addirittura deflazione (ricchezza 100 automobili coperte da soli 90 talenti). Risultati molto distanti dalle affermazioni di Marra. L’inflazione è fenomeno molto più complesso.

Vi diamo comunque qualche punto base in aggiunta a quanto scritto da noi

Sulla “produzione” di moneta da parte della banche commerciali occorre avere chiaro che:

  • I creatori privati di moneta sono guidati esclusivamente dal desiderio di realizzare guadagni, non da obblighi morali verso la comunità; la quantità di moneta da loro creata non dipende da una valutazione globale (tendenza inflattiva o deflattiva, velocità di circolazione, impiego nell’economia reale o in quella della finanza-casino, ecc.) della situazione o dall’interesse del corpo sociale, ma dalla valutazione del profitto potenziale che le banche possono ricavare soddisfacendo le richieste di credito (lo scopo di lucro prevale sugli interessi della comunità);

  • l’inflazione può essere causata anche da un eccesso di creazione monetaria da parte dello Stato, ove non si tenesse conto ad esempio della quantità e velocità del circolante o del livello generale dei prezzi rispetto alle dinamiche produttive; certamente, e ciò va ben sottolineato, le modalità di creazione di denaro da parte delle banche private sono tali che gli effetti inflattivi derivanti dalle loro operazioni possono essere soltanto ampliati (come è precisato nei punti seguenti);

  • il prestito di moneta scritturale da parte di privati (banche) mentre giuridicamente è, per dirla grossolanamente, un furto ai danni della comunità, sotto l’aspetto economico-contabile viene azzerato con la restituzione (e automatica “distruzione”) del capitale da parte di chi ha ricevuto il credito (il debitore); ma è comunque nel trucco giuridico che si fonda il dramma monetario mondiale: proprio perché apparentemente la banca presta la “sua” moneta, essa può pretendere il pagamento dell’interesse ;

  • il corpo sociale è in grado di restituire alle banche soltanto la quota-capitale (che è stata monetizzata al momento dei prestiti) e non anche la quota-interessi (che non è stata monetizzata); da un lato nasce automaticamente un debito privato cronico nei confronti delle banche, dall’altro il corpo sociale, per pagare il suo debito, è costretto a ricorrere a nuovi e sempre maggiori prestiti di denaro per fare fronte al debito che sale (o, se perde la fiducia delle banche creditrici, a cedere loro i propri beni); paradossalmente, la banca non guadagna il denaro che crea (il capitale) ma quello che NON crea (l’interesse);

  • il crescente costo degli interessi che gli imprenditori debbono al sistema bancario, viene necessariamente incorporato nel prezzo di vendita dei beni da essi prodotti, alimentando così il processo inflattivo.  

 

(2)

I) il fisco rimarrebbe funzionante, ma in misura ridotta, perché comunque può svolgere, quando occorra, anche funzioni di politica monetaria (eliminare dalla circolazione moneta in eccesso, per esempio); II) che senso ha che il proprietario dei soldi paga a se stesso interessi sui soldi che si presta?; III) se il denaro bancario, come dice Marra, è falso: quale è il denaro in circolazione “inverato” che il fisco rastrella per “comprare” il … denaro (falso) da inverare?