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Mario Giordano e le "scemenze" su Auriti

Mario Giordano scemenze

 
di Redazione 25/05/2016

Tutto è partito da una risposta in data 11 maggio 2016 del direttore di Libero Mario Giordano ad una lettera rivoltagli dal sig. Lino Basciani, amico di Auriti, il quale faceva presente l'importanza di avere la proprietà popolare della moneta per non soccombere ciclicamente nelle crisi monetarie pianificate a tavolino.

 

Mario Giordano aveva lanciato sulle pagine del quotidiano Libero un dibattito sulla moneta e, in particolare, un confronto tra la scuola auritiana e le teorie economiche del professor Bagnai. Dibattito che non ha poi avuto seguito nonostante il suo quotidiano sia stato sommerso di lettere sul tema, su suo esplicito invito. Il dott. Mario Giordano nella sua “infelice” risposta alla lettera di Basciani ha affermato che questi, da auritiano, non ha in mano la verità assoluta ,che le tesi auritiane sono "scemenze" e che l'unica autorità assoluta in materia è il prof. Bagnai.. Evidentemente il dott. Giordano non ha compreso ciò che aveva scritto Lino Basciani tant'è che si e' preoccupato di rispondere, citando Bagnai, che “..il vero problema non è la proprietà della Banca d'Italia” . Come abbiamo già scritto nel nostro precedente articolo intitolato "Banca Pubblica o Privata", anche per noi, stante l'attuale sistema monetario, è indifferente che la proprietà della banca centrale sia pubblica o privata. Lo stesso Basciani, nella lettera sotto riportata, si riferiva alla proprietà della moneta al momento dell'emissione e non alla proprieta' dell'istituto di emissione o tipografia.

Mario Giordano art 1

 

Il direttore Giordano conclude la sua risposta definendo gli estimatori di Auriti dei "seguaci che non hanno "compreso" rimettendo il giudizio ai lettori con la promessa di pubblicare tutte le lettere che gli sarebbero pervenute

Le lettere pubblicate successivamente sono state soltanto due e sono queste :

Mario Giordano art 2

Mario Giordano art 3

 

Dopo la lettera del sig. Luciano Marrocco, che non è uno sprovveduto qualsiasi ma è la persona che è stata più a stretto contatto con Auriti negli ultimi quarant'anni ( insieme all'amico editore Marino Solfanelli ), il dott. Mario Giordano non ha pubblicato più nulla, nonostante gli siano state inviate altre numerose lettere .

Chi ci conosce, infatti, ci ha fatto pervenire le lettere inviate a Libero e non pubblicate. Chissà, forse perchè il dott Giordano si sarà reso conto che quelle di Auriti non erano scemenze ?

Caro Dott. Giordano, il dibattito che intendeva aprire sul tema monetario non si può risolvere in poche righe di lettera e con lei che fa da arbitro parziale, schierato. Innanzitutto non c'è alcun confronto da fare tra la posizione auritiana e quella di Bagnai ma, piuttosto, ci sarebbe da promuovere un incontro tra le due dottrine visto che il prof. Bagnai ha affrontato, forse inconsapevolmente, tematiche che Auriti aveva affrontato ed enunciato qualche decennio prima come, ad esempio, l'ultima della proprietà della banca centrale o quella dell'euro come moneta coloniale del dollaroE' indifferente che la banca sia pubblica o privata visto che la moneta al momento dell'emissione viene "prestata".

Infatti, noi auritiani parliamo di proprietà della moneta ritenendo indifferente la proprieta', pubblica o privata, dell'istituto di emissione al quale dovrebbe essere pagato il congruo corrispettivo spettantegli per il servizio reso, consistente nella emissione e gestione della moneta anziché, come avviene ora, per il valore nominale di tutta la moneta emessa e prestata, oltre gli interessi.

Il dott. Giordano non trova assurdo dover pagare al tipografo a cui affida la stampa del suo libro un compenso corrispondente al prezzo di copertina moltiplicato per tutte le copie stampate? Con un tale accordo capestro, quand'anche riuscisse a vendere tutte le copie del suo libro, Lei dottor Giordano riuscirebbe a pagare solo il tipografo senza guadagnare nulla rimanendo con il debito per gli interessi maturati, oltre ad aver perso il valore del Suo tempo speso per scrivere il libro. Non lo troverebbe assurdo, dottor Giordano?

Questa sarebbe la vera "scemenza". E questo e' il funzionamento dell'attuale sistema monetario. Oggi, infatti, tutta la moneta viene emessa prestandola e prestare è una prerogativa del proprietario. Infatti, al momento dell'emissione monetaria la banca, che dovrebbe tornare ad essere considerata un mero tipografo, si appropria del valore nominale di tutta la moneta (elettronica, metallica o cartacea) che immette in circolazione in quanto, anziché darla (accreditandola) ai sui legittimi proprietari, la presta appropriandosi dell'intero valore nominale più il sacrificio per pagare gli interessi. Questa che Lei definisce una scemenza, e' esattamenteil sistema nel quale vive anche Lei, dottor Giordano.

Un sistema che deve finire e può finire solo se si capiscono i principi giuridici enunciati da Auriti, perchè il proprietario della moneta non è chi la stampa ma chi crea valori da scambiare con essa e tale deve essere riconosciuto il popolo. Da qui deriva il principio della proprieta' popolare della moneta. Principio giuridico e non economico.

Ecco perchè non ci deve essere alcuno scontro tra la dottrina giuridica di Auriti e quella economica ma un "incontro", perchè la proprietà dei beni economici e' un fatto giuridico mentre l'economia, che insegna Bagnai, attiene alla distribuzione e circolazione di tali beni, come la moneta. Prima si stabilisce di chi è la moneta (questione giuridica) e poi si stabilisce come essa deve essere distribuita (questione economica). Un serio ed approfondito confronto tra gli auritiani e gli economisti potra' svolgersi solo in spazi maggiori rispetto a quello di una semplice "posta prioritaria" di un quotidiano.

Siamo fiduciosi che il dott. Giordano vorrà accogliere tale proposta e proseguire adeguatamente il dibattito.