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L'Eredità di Auriti - Intervista al Segretario della Scuola

Scritto da Redazione.

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(ASI) Abruzzo - Siamo stati in questi giorni in terra d'Abruzzo, la patria del Prof. Giacinto Auriti, saggista, giurista e politico italiano,  vissuto a Guardiagrele, un paese in Provincia di Chieti sul massiccio della Majella. Il Prof. Giacinto Auriti, scomparso nel 2006, è stato il "padre" del Simec, la prima moneta contemporanea di proprietà popolare e l'ideologo della teoria, da lui definita,  del  "valore indotto della moneta". Le sue tesi vengono utilizzate oggi per sostenere la "teoria del complotto del signoraggio".

All'interno il video dell'intervista a Gianluca Monaco, segretario della Scuola Studi Giuridico-Monetari "Giacinto Auriti"

Il Prof. Giacinto Auriti, tra l'altro uno dei fondatori dell'Università di Teramo, staccatasi dall'allora "G.D'Annunzio" di Chieti nel 1993, pur senza aver mai compiuto studi di teoria economia, ma partendo dagli argomenti trattati dal filosofo statunitense Ezra Pound, fonda la "Scuola di Teramo" nel campo del diritto monetario, sviluppando una teoria economica che intende la moneta come unità di misura del valore e come tale accettata convenzionalmente dai chi la usa come mezzo di scambio, divenendo così uno "strumento" dello scambio di beni (teoria del valore indotto della moneta). Dunque, nel suo carattere convenzionale risiederebbe il diritto di chi ne accetta la convenzione, ossia il popolo, di esigerne la proprietà. In questo senso, le banche centrali che sono delle società per azioni private, secondo Auriti, ricaverebbero profitti indebiti dal "signoraggio" sull'emissione di cartamoneta, assumendo una importante responsabilità nell'origine del debito pubblico. Tale teoria ha assunto ancora più forza, dall'abolizione del rapporto diretto fra moneta e riserva aurea nel 1971, stabilito dagli accordi di Bretton Woods, che, secondo Giacinto Auriti,  avrebbe trasformato l'attività dell'emissione della moneta in un puro esercizio tipografico, rimarcando ancora di più il carattere convenzionale del valore monetario creato dall'accettazione del popolo di tale convenzione. Negli anni '90 Giacinto Auriti, conduce una serie di iniziative come segretario generale del "Sindacato Antiusura" (SAUS), tra quale quella di chiedere al Tribunale di Roma di dichiarare  "la moneta, all'atto dell'emissione, di proprietà dei cittadini italiani ed illegittimo l'attuale sistema dell'emissione monetaria, che trasforma la Banca Centrale da ente gestore ad ente proprietario dei valori monetari". La richiesta, però, viene respinta ed il Tribunale condanna Auriti al pagamento delle spese di giustizia.  Nel 2000, Giacinto Auriti, a sue spese, con l'aiuto dell'allora Sindaco di Guardiagrele Mario Palmerio, condusse un esperimento nella sua cittadina natale, emettendo la moneta popolare SIMEC, con lo scopo di provare le sue teorie sulla creazione di valore della moneta da parte della cittadinanza.  In seguito ad un intervento della Guardia di Finanza su disposizione della Procura di Chieti, i SIMEC in circolazione vennero però confiscati e l'esperimento fu interrotto. Ma, l'iniziativa ebbe successo perché i SIMECerano ceduti alla pari in cambio di lire e ritirati al doppio del valore originario. 

 

Le teorie di Giacinto Auriti, solo ultimamente iniziano a trovare spazio nell'ambito della comunità scientifica di rilievo, sopratutto dopo la privatizzazione delle banche centrali degli Stati e la cessione della sovranità monetaria di quest'ultimi alla Banca Centrale Europea, ricadendo nell'ambito di quelle particolari teorie definite "del complotto" del Signoraggio, diffuse sopratutto attraverso internet, in special modo all'interno dei siti che si occupano della sovranità popolare della moneta.Pertanto, al fine di esplorare questo "universo",siamo stati in Abruzzo, ad intervistare gli allievi del Prof. Giacinto Auriti. In particolare, abbiamo intervistato a Pescara Gianluca Monaco, il Segretario della Scuola di Studi Giuridici e Monetari "Giacinto Auriti" (sito www.giacintoauriti.com).