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I monetafiscalisti

Iniziano ad arrivare i primi consuntivi riguardanti il 110% relativo all'ecobonus e superbonus. Sicuramente dati incoraggianti, dovuti al boom, che a dir la verità è più un rimbalzo, in un settore dell'economia asfittica, com'è quello dell'edilizia.

"Miracolo economico" che ha gonfiato il petto ai monetaristi propugnatori della cosiddetta moneta fiscale. Capace, secondo questi, di aver risollevato le sorti dell'economia italiana come fosse uovo di Colombo, ossia come quella soluzione che era sotto gli occhi di tutti ma che nessuno voleva adottare.

Ma, ma, c'è un ma. Che quella fiscale sia un tipo di moneta che si occupa di mera circolazione e non dell'emissione è sotto gli occhi di tutti, e come tutti gli aspetti circolatori ha dei grossi limiti.

Uno di questi, per esempio, è di tipo quantitativo. Il vincolo quantitativo non è legato alla creazione di inflazione ma alla capacità di scontare questa moneta fiscale con... il fisco. Il limite sta nella capacità dei grossi gruppi finanziari di acquistare questi crediti fiscali e utilizzarli abbattendo le proprie tasse.

Inoltre, il vincolo quantitativo è ulteriormente limitato dal fatto che non si tratta delle imposte di tutti gli "italiani" ma solo di quelli che hanno capacità di poterle utilizzare in compensazione.

Il secondo vincolo è la limitata circolazione. Questa moneta fiscale andrà ad essere utilizzata solo in una direzione. Una "moneta" monodirezionale e dunque non circolatoria, perché circola solo da chi ristruttura casa verso l'impresa che esegue i lavori e poi verso l'ente che sconterà il credito fiscale acquistato ed infine all'Erario; in pratica non circola ma è più un vettore, una linea retta e non un cerchio.

Chi può "scontare" questa "moneta" fiscale? Alla fine andrà convogliata verso istituti di credito, finanziari e assicurativi. Lo fanno gratis? No. Appunto scontano una "piccola" provvigione/commissione, attualmente di circa l'8/10%.

Le piccole istituzioni finanziarie già sono piene di questi crediti fiscali e non accettano più nuove operazioni. Rimangono i grossi gruppi, che pagano più tasse e che quindi hanno più capienza. Ma, essendo rimaste in poche, per la legge naturale della domanda e dell'offerta inizieranno a spuntare una percentuale di commissione maggiore; si parla di circa il 15%. Le aziende edili, sempre a caccia di liquidità vera, saranno costrette ad accettare l'aiutino al 15%.

Cosa rimane da dire?

Che ai "fiscalmonetaristi" (o monetafiscalìsti) tutto questo piace e accettano il depauperamento progressivo del 15% ad ogni pratica di ecobonus, ma contemporaneamente si stracciano le vesti quando ad ogni transazione di bancomat/carta di credito le banche trattengono l'1%;

Che vogliono la circolazione (certo non la proprietà) della moneta ma di fatto la moneta fiscale non circola ed ha più la forma di una saetta;

Che sono contro le banche però la moneta fiscale aumenta il loro volume d'affari;

Che sono contro le tasse ma prediligono una moneta fiscale che può essere utilizzata in compensazione per le tasse;

Che se ne escono con i grafici del moltiplicatore fiscale ma omettono di dire che il moltiplicatore fiscale funziona con bassi livelli di debito pubblico.

Quindi, contro ogni raccomandazione del periodo, che dovrebbe impormi di parlare solo di un argomento (ma non ce l'ho fatta) e in attesa della proprietà popolare della moneta vi dico: "verso un'altra fregatura ed oltreee" (cit. Buzz Lightyear)

9/2/2022, Massimiliano Scorrano