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NON SI PUO' GARANTIRE "REDDITO DI CITTADINANZA" SENZA SOVRANITA' MONETARIA

Scritto da Luigi Cirillo.

auriti grillo

 

La risposta al nostro quesito, posto come titolo dell’articolo che andremo a sviluppare, è palese:

È categoricamente impossibile attuare un provvedimento legislativo che garantisca il reddito di cittadinanza senza moneta proprietà del portatore.

La bontà e validità di questa tesi è evidente, ma persona ben più stimata e autorevole di me, come era il Prof. Giacinto Auriti, conferma il nostro assunto con queste parole:

Chi crea il valore della moneta non è chi la emette, ma chi l'accetta. Come nell'induzione fisica nasce l'energia elettrica con la rotazione degli elementi della dinamo, così nell'induzione giuridica, nasce il valore della moneta all'atto della sua emissione, cioè quando inizia la fase dinamica della sua circolazione nella collettività che, accettandola convenzionalmente, ne crea il valore

 

E ancora:

La moneta ha valore perché è misura del valore. Poiché ogni unita di misura ha la qualità corrispondente a ciò che deve misurare, come il metro ha la qualità della lunghezza perché misura la lunghezza, così la moneta ha la qualità del valore perché misura il valore. Qui l’attività convenzionale non è produttiva solamente della misura del valore, ma anche del valore della misura: quello che noi chiamiamo "potere d'acquisto".

Quindi la moneta oltre ad essere il "metro, misura del valore", acquisisce anche il "valore di ciò che misura" perchè incorpora la certezza che essa sia accettata da tutti gli altri soggetti partecipanti alla convenzione monetaria. Questa CERTEZZA che dà VALORE alla moneta si chiama INDUZIONE GIURIDICA, dalla quale scaturisce IL VALORE INDOTTO, e tale induzione è basata sulla certezza del DIRITTO perchè si è legiferato che la moneta sia il mezzo di scambio convenzionale dei valori prodotti.

Conseguenza di ciò è che la somma dei simboli monetari incorpora un valore indotto pari a quello di tutti i beni misurati o misurabili nel valore. È la collettività che crea questi beni nel sistema economico, quindi il loro valore; è sempre la collettività che per convenzione ufficializzata in legge crea il valore dello strumento monetario la cui funzione, in qualità di potere d’acquisto, è permettere lo scambio dei primi, e a rigor di logica ne dovrebbe conseguire che sia la collettività la titolare della proprietà della moneta, la quale dovrebbe essere ad essa accredita sotto forma di reddito di cittadinanza; eppure oggi questa spetta alle banche che prestano il denaro gravandolo di interesse, e siccome prestare è prerogativa del proprietario, le banche non possono che esserne altrimenti, sicchè tutto il denaro in circolazione è debito.

Ora, di fronte alla proposta del Movimento 5 Stelle circa il reddito di cittadinanza non possiamo che sentirci imbarazzati e delusi.

È impensabile poter attuare un provvedimento di tale portata senza la base della moneta proprietà del popolo!

Non possiamo che ipotizzare due cause per l’errore temporale nel prospettare un progetto simile:

incompetenza o malafede

Eppure uno dei referenti del movimento, Carlo Sibilia, ha dimostrato affermando le seguenti parole:

primo punto: spezzare il nesso tra banche e stati. Bene Sig. Letta mi spiega qual è in nesso tra banche e stati oggi? Mi spiega qual è questo nesso se la banca centrale europea è di fatto di proprietà delle banche centrali NAZIONALI, diremo benissimo fossero di proprietà dei cittadini"

di essere consapevole del concetto di proprietà popolare della moneta e di come funzioni l’euro sistema basato sull’emissione di moneta a debito.

Ci dovremmo quindi sentire sicuri di poter escludere la prima.

Resta aperta la seconda strada, e il che sarebbe molto più grave visto l’impegno preso con tutti i cittadini italiani, quale movimento di riforma e di rottura con le correnti politiche del passato.

Continuando a indagare la proposta del movimento, veniamo conoscenza del fatto che il reddito spetterebbe solo ad alcuni cittadini provvisti di particolari requisiti e che lo stesso verrebbe erogato dall’Inps.

Regole simili sono in palese contrasto sia con il principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della nostra Costituzione, sia con quanto dichiarato da Sibilia nelle righe riportate poc’anzi.

Non si voleva spezzare il nesso tra Banca di Italia che agisce di concerto con la BCE nell’emissione dell’euro a debito?

Ricordiamo che l’Inps detiene una certa percentuale di quote di BDI (banca privata a tutti gli effetti), ne consegue quindi il suo concreto legame al sistema che il movimento 5 stelle si propone di combattere, facendosi ambasciatore delle sofferenze del popolo italiano.

Perché prevedere un reddito di cittadinanza basato su un criterio selettivo quando è chiaro che dovrebbe spettare a tutti i cittadini in quanto tali?

Senza contare che dei punti del programma per uscire dal “buio” pubblicizzato dal movimento, nessuno è stato portato avanti.

Li ricordiamo qui di seguito:

 Reddito di cittadinanza

Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa

Legge anticorruzione

Informatizzazione e semplificazione dello Stato

Abolizione dei contributi pubblici ai partiti

 Istituzione di un “politometro” per verificare arricchimenti illeciti dei politici negli ultimi20 anni          

Referendum propositivo e senza quorum

Referendum sulla permanenza nell’euro

Obbligo di discussione di ogni legge di iniziativa popolare in Parlamento con voto palese

Una sola rete televisiva pubblica, senza pubblicità, indipendente dai partiti

Elezione diretta dei parlamentari alla Camera e al Senato

 Massimo di due mandati elettivi

 Legge sul conflitto di interessi

 Ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica

 Abolizione dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali

 Accesso gratuito alla Rete per cittadinanza

 Abolizione dell’IMU sulla prima casa

Non pignorabilità della prima casa

 Eliminazione delle provincie

 Abolizione di Equitalia

Hanno provato con quello iscritto al punto n. 1, ma come ci si può aspettare che diverrà esecutivo se qualsiasi iniziativa nel tessuto socio-economico italiano è impedita alla fonte perché si parte da delle premesse errate?

Tutt’al più quello proposto dal movimento può definirsi come "sussidio", e questo non è certo la svolta di cui ha bisogno oggi il popolo italiano per uscire dal “buio” nè , tantomeno, l'attuazione del comma 2 dell'Art.42 della Costituzione da loro tanto difesa.

Lungi da noi fare dell’ostracismo nei confronti del M5stelle non possiamo quindi che concludere sottolineando l’enorme delusione che ancora una volta dovranno subire gli italiani da parte di chi si è proclamato come nuovo salvatore ma che invece non ha mancato, ad onor del vecchio e della tradizione, di disattendere le promesse fatte in campagna elettorale, in perfetta sintonia con gli attuali parti. La loro proposta dal nome altisonante sembrava averci rincuorato ma invece abbiamo dovuto scoprire che manca delle fondamenta per essere attuabile. Polvere d’oro negli occhi per illuminare un po’ le giornate tristi e grigie dell’era in cui sfortunatamente ci troviamo.

Ribadiamo infine che il reddito di cittadinanza è possibile, se esiste sì la volontà politica, ma prima di tutto una legge che attribuisca al portatore la proprietà della moneta, inducendo per via dell’induzione giuridica derivante dalla certezza di detta legge, quel valore indotto creato per convenzione da tutti noi nel simbolo che andrà a rappresentarla.