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Le ricette sovranàre

Trattasi di strampalata tesi sovranàra, quella per cui costoro sostengono che Draghi vorrebbe l'applicazione delle ricètte mosleriàne perché in qualche modo si parla di finanziamento della spesa per tramite diretto della Banca Centrale.

Peccato che Mariolino(2) intendesse l'esatto opposto dei desiderata sovranàr statalàri, e cioè l'intrusione nella politica fiscale da parte del "Governing Council", del consiglio direttivo di una Banca Centrale rigorosamente separàta, e non invece, come da vulgata prosopopea, la gestione della politica monetaria da parte dello Stato.

Gli autori dell'articolo(1), insieme al il think-tank di cui sono espressione, come al solito hanno preso e fanno prendere lucciole per lanterne. Costoro sono gli stessi che #ildivorziodellottantùno, che #FedècontrollatadalCongresso e quindi #compratitolisulprimàrio, che #laBuba, #BoE #eBoJfannolostèsso, che #lecinquecentoliredicàrta, che #ildebitoèuncrèdito, che #labancahamiltoniàna etc. etc.

La politica monetaria è esercitata dalla banca centrale in modo indipendente da quella fiscale, che invece è esercitata dall'esecutivo. È così perlomeno dalla fondazione del Federal Reserve System e dalla fine del secondo conflitto, quando la direttiva (banking act 1933) per cui è vietato alle banche centrali di finanziare lo Stato (già nell'atto fondativo del Fed voluto e approvato dal Congresso nel 1913) e a questo di controllare la politica monetaria, venne diffusa in tutto il mondo. Parlare di monèta sovràna in associazione a uno "stimolo" fiscale vuol dire fare un mischione che nemmeno Alexander Hamilton(4) a metà del '700, e come sempre lo fanno in molti.

Notare come il Fed sia nato appositamente per togliere allo Stato il controllo della politica monetaria non implica fare il tifo per questa cosa o desiderare che invece ce l'abbia, auspicando un ritorno alle condizioni precedenti al bank panic del 1907 e/o ad una banca centrale di tipo hamiltoniano. È indubbio che vi sia, e che sia in corso da sempre, uno scontro, l'ennesimo reddem rationem tra gruppi di potere che offrono al pubblico bòve la possibilità di identificarsi nell'una o nell'altra delle fazioni ideologico/politiche, quelle che qualcuno chiama ed ha tutte le ragioni di farlo, eggregore, e che però nessuno ha mai notato come abbiano rigorosamente in comune guarda caso la stessa identica teoria del valore e soprattutto la proprietà giuridica dell'oggetto sociale, quello che Marx definiva come "ente onnipotente", da parte dell'emittente e non da parte del marxianìssimo "uomo vivo alienato" proprio di questo. Personalmente non trovo alcuna differenza tra il paradigma statocentrico basato sul contratto sociale e quello libberìsta che dialetticamènte gli si contrappone. Sono trucchi jedi che però, purtroppo, attaccano praticamente con chiunque.

Il fatto è che per provvedere a un "accentramento del credito in mano dello Stato mediante una banca nazionale con capitale dello Stato e monopolio esclusivo"(3), e cioè a dire la realizzazione di una banca hamiltoniana, non è affatto sufficiente fare apologia a prassi provvisorie, che furono volute così come furono dismesse dal ministero del Tesoro in Italia nel periodo tra il '75 e l'81, ma è necessario, in Italia come ovunque al mondo abrogare e riscrivere le leggi bancarie vigenti fin dai primi anni del Novecento. Lo stesso a riguardo di tutti quelli che sono convinti che il Fed sia controllato dal Congresso e/o che non lo sia a sufficienza e che non sia invece stato proprio il Congresso a stabilire la suddivisione del mercato finanziario e l'indipendenza de facto - ma soprattutto de iure - della banca centrale, fin dal suo atto costitutivo, dal potere politico. Quelli che sono convinti che i giapponesi abbiano sovranità monetària sono suscettibili di scherno almeno tanto quanto quegli ebeti dei signoraggisti. Anzi di più, perché proclamarsi neokeynesiani mentre si fa apologia all'esogenismo, e cioè esattamente quel che fanno quei signoraggisti che hanno assunto a controparte dialèttica perché così vincono fàcile, non è semplicemente contraddittorio, ma significa perlomeno non essere keinesiani e/o non aver capito un cazzo di Keynes.

La marxista "moneta necessaria" non è un concetto endogeno né esogeno, laddove occorre affermare il sacrosanto diritto di proprietà. La moneta è puro geist, direbbe Hegel, e definirla come endogena/esogena significa in primo luogo alienarne la proprietà giuridica da parte dell'uomo vivo.

30/12/2019, Giovanni Moretti

 

note

1) https://www.milanofinanza.it/news/la-ricetta-della-mmt-tassi-zero-e-niente-piu-btp-201912271852065679

2) “European Central Bank President Mario Draghi said the Governing Council should be open to ideas such as Modern Monetary Theory, while noting they’re closer to fiscal policy and should be directed by governments.
 
Draghi was responding to a question from European lawmakers about helicopter money and the best ways to channel funds to the economy in a way that helps inequality. He mentioned MMT and a recent paper by former Federal Reserve Vice Chairman Stanley Fischer -- the adviser on Draghi’s doctorate -- which said central banks should put money “directly in the hands of public and private sector spenders.”
 
“These are objectively pretty new ideas,” Draghi said. “They have not been discussed by the Governing Council. We should look at them, but they have not been tested.”
 
He added that such actions rely on decisions on distribution, and that’s not something for monetary policy.
 
“When you look at them closely, you realize the task of distributing money to one subject or the other subject, that’s typically a fiscal task,” he said. “It’s a government decision, not the central bank...It’s the political governance of these ideas that needs to be addressed.””

(https://www.bloomberg.com/news/articles/2019-09-23/draghi-says-ecb-should-examine-new-ideas-like-mmt)

Va da sé che ciò che intende Draghi per unione fiscale tra i membri dell'eurozona è una politica fiscale astratta, estratta, marxianamente alienata dalla gestione governativa locale e riconcretizzata, reificata nella concrèta astraziòne di una gestione centrale da parte di chi già gestisce la politica monetaria. Draghi lo dice a chiarissime inequivocabili lettere già lo scorso 12 Settembre

(https://www.ilsole24ore.com/art/ue-draghi-la-politica-monetaria-non-basta-serve-politica-fiscale-ACi8Eun)

Ma è ancora più esplicito e inequivocabile nel 2016:

"Hubner: Vorrei chiarire che il quantitative easing non crea un potere d'acquisto permanente e per vincere l'inflazione io penso che l'iniezione di nuova moneta potrebbe essere un approccio utile. Io non so se lei intravede tecniche che permetterebbero alla BCE di iniettare nuovo denaro nell'economia.
 
Draghi: Noi vediamo purtroppo che tutte queste idee per quanto largamente diffuse non sono state di interesse di nessuna banca centrale e sarebbe sciocco guardare a queste idee. Le dico incidentalmente che presentano alcune serie complicazioni, una delle quali è di natura contabile e la seconda di natura fiscale, cioè in che misura la politica monetaria può inserirsi (intrudere) nella politica fiscale."

(https://www.youtube.com/watch?v=VSU3pYM3yQo)

È chiaro che auspicare e promulgare un QE for people, dal sapore vagamente distributista e finanziato dal reddito monetario da emissione, come da relazione annuale delle bcn, è roba da signoraggìsti da spicci e banconote.

La decisione della BCE del 25 novembre del 2010 (https://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/02010d0023-20111231-it.pdf) spiega fin nei dettagli come avviene la distribuzione del reddito da signoraggio. Il SEBC immette liquidità nel sistema attraverso LTRO ed il classico acquisto di titoli di Stato. Gli interessi attivi sono trasferiti alla bce che al netto di accantonamenti e spese li ridistribuisce alle bc nazionali in base alla loro quota di partecipazione, che per l'Italia è del 17%, dati aggiornati al 2019. Nel bilancio 2018 (29 Marzo 2019), ultimo dato pubblicato alle pagg. 20, 21, 28-30 e 66 (https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bilancio-esercizio/2019-bilancio-esercizio/bil-eserc-2019.pdf), la quota di redistribuzione del reddito monetario è stata di 1234 milioni di euro e com'è evidente dai documenti trattasi dell'irrisorio signoraggio primario.

Che sia creato attraverso l'acquisto di titoli di debito del QE classico, denaro che teoricamente servirebbe a finanziare il taglio delle tasse (questa è la definizione di helicopter money) da parte di chi gestisce la politica fiscale, oppure finanziando direttamente il peso della politica fiscale che i governi applicano sulla cittadinanza distribuendo direttamente a questa il denaro che serve a pagarle, se l'obiettivo è quello di innalzare l'inflazione allora trattasi di stimolo fiscale che salta a piè pari la potestà di Brussel e dei governi locali. Se TLTRO e acquisto di obbligazioni corporate sono al momento il succedaneo più verosimile di un'helicopter money, dell'iniezione di liquidità direttamente nell'economia reale, allora la condivisione del signoraggio, parafrasando Draghi, permette alla politica monetaria di "intrudere" in quella fiscale.

Il distribuzionismo ventilato dal termine anglofono ha ben poco a che fare con la proprietà della moneta, che notoriamente non coincide con il suo possesso, non ne è affatto sinonimo.

3) Karl Marx - Friedrich Engels, Il Manifesto del Partito Comunista, 1848.

4) Alexander Hamilton è stato segretario del ministero del Tesoro americano ed è vissuto nella seconda metà del Settecento. Gli statalisti contemporanei, i neostatalisti, tutti, hanno rimosso la memoria storica del fatto che proprio gli americani, a partire dagli esiti del Bank Panic del 1907 hanno separato la politica fiscale da quella monetaria, introducendo e definendo il mercato primario e quello secondario, dei titoli di Stato, rendendoli nettamente separati, rendendo la banca centrale totalmente indipendente dal potere politico e sancendo il divieto da parte dello Stato di finanziarsi attraverso la Banca Centrale. Posso capire che la cosa dispiaccia ed è pur vero che anche tutte senza distinzioni, le più disparate correnti sovraniste dai neofascisti ai neomarxisti, neoleninisti e neorossobruni, sostengono la necessità di controllare la politica monetaria, alcuni lo chiamano quarto potere dello Stato, da parte del Governo, ma per poterlo fare è necessario abrogare tutti i banking act finora emessi dal Congresso, quando però è proprio il Congresso ad averli fortissimamente voluti! In questo contesto, riproporre un Chicago Plan o anche la sola Glass Steagal abrogata negli states negli anni 90, quando questa è uno dei provvedimenti adottati nel banking act del '33, e cioè proprio quello che stabilisce in via definitiva il "divorzio" tra politica e banca centrale, tra politica fiscale e politica monetaria negli usa, e da lì a pochissimi anni (in Italia nel '36) in tutto il mondo, è paradossale e contraddittorio farlo proprio mentre si afferma anacronisticamente che la politica monetaria del FED è controllata dal Congresso o che lo sono la BoE, la BoJ o che lo è stata la BdI tra il ‘75 e l’81, e soprattutto quando leggendo il Manifesto del Partito Comunista si apprende che Marx ed Engels asserivano nel 1848 la stessa identica necessità di accentramento del credito in mano dello Stato mediante una banca nazionale con capitale dello Stato e monopolio esclusivo.

(cit. Immacolata Concezione, http://www.giacintoauriti.com/download/summary/2-download/23-immacolata-concezione.html, Frammenti accelerazionisti, pag. 46)